Seleziona una pagina

La Carbossiterapia

La Carbossiterapia è una metodica che trova la sua origine in Francia, presso la stazione termale di Royat (Clermont-Ferrand) nel 1930 dove è stata utilizzata prevalentemente per patologie a carico del sistema vascolare ed in particolare per il trattamento di pazienti affetti da arteriopatie periferiche.
La somministrazione per via sottocutanea di Co₂ si avvale di un’apparecchiatura che permette l’erogazione di gas in modo controllato, programmabile e in funzione delle resistenze incontrate nei tessuti del paziente. In particolare è stato possibile riscontrare l’efficacia della carbossiterapia per:

 

  • Miglioramento del microcircolo dovuto all’aumento di perfusione di ossigeno a livello locale
  • Effetto lipolitico e liposlasico, riattivazione del metabolismo cellulare e degli enzimi capaci di sciogliere e riassorbire i grassi
  • Stimolazione delle fibre collagene, ottenendo una pelle più liscia, luminosa e tonica
l

Metodo

Consiste nella somministrazione sottocutanea, previa disinfezione della pelle, tramite aghi sottilissimi (30 G), di anidride carbonica medicale insufflata su tutta l’area da trattare e in più punti. Gli aghi sono monouso e il gas medicale è sterile.

l

Effetti collaterali:

Anche se raramente, sono possibili delle piccole ecchimosi nella sede dell’iniezione che scompaiono comunque in pochi giorni. E’possibile e frequente avvertire con le dita un senso di crepitio al di sotto della cute che scompare dopo i primi minuti di trattamento. Con l’utilizzo di apparecchiature certificate non vi è assolutamente alcun rischio di embolia neanche se, accidentalmente, si incannula e si inietta la CO2 direttamente in un vaso sanguigno. La Co₂ viene smaltita in maniera del tutto naturale e in poco tempo alla fine del trattamento.

Durata del trattamento:

20-40 min in base all’estensione dell’area da trattare.

Pre e post trattamento:

E’ un trattamento socializzante e si può ritornare alle normali pratiche quotidiane. E’ possibili sottoporsi a sedute di carbossiterapia anche durante l’estate.

Approfondimento

Z

Miglioramento del microcircolo dovuto all’aumento di perfusione di ossigeno a livello locale)

Con la carbossiterapia si effettua un trattamento riabilitativo della microcircolazione che migliora nettamente. La carbossiterapia agisce sul flusso ematico del tessuto in cui viene insufflata determinando, così, un aumento della velocità del flusso ematico tessutale locale:
. agendo sul “cuore” della microcircolazione, cioè, a livello dei finissimi vasi sanguigni determinando una loro vasodilatazione e la conseguente retrazione elastica delle loro pareti determinando, così, un’azione propulsiva sul sangue, importante
. determinando un rilassamento delle fibrocellule muscolari lisce che caratterizzano strutturalmente gli sfinteri precapillari e, quindi, favorisce un aumento della velocità del flusso ematico tessutale locale
. aumentando il flusso linfatico
. amplificando la capacità che ha il sangue di ossigenarsi

Z

Stimolazione delle fibre collagene, per una pelle più liscia, luminosa e tonica

Per questi e altri motivi la metodica trova riscontro in un vastissimo campo di applicazioni: negli arti inferiori a livello circolatorio e linfatico, per esempio, si ottengono risultati sia funzionali che estetici (gambe più leggere sin dalla prima seduta); nella regione perioculare l’effetto tensorio del gas diminuisce la lassità palpebrale; l’effetto della carbossiterapia negli adipociti provoca altresi un rimaneggiamento del grasso in eccesso, determina un effetto “lifting” molto naturale in ambito anti-aging, sia a livello del viso che del collo e l’aumento del drenaggio post-carbossiterapia consente di ottenere un effetto evidente anche nell’inestetismo delle cosiddette “dark circles”.

Z

Effetto lipolitico, riattivazione del metabolismo cellulare e degli enzimi capaci di sciogliere e riassorbire i grassi

Questo effetto è legato all’iperdistensione dei tessuti sottocutanei operata dall’anidride carbonica iniettata. Tale effetto è quindi meccanico.
Sotto la cute si ci sono dei recettori specifici a tale distensione che favoriscono la liberazione di sostanze responsabili della sensazione di fastidio che si avverte durante il trattamento. Sembra che, una di questa, la bradichinina favorisca la vasodilatazione dei piccoli vasi sanguigni e che, quindi, possa contribuire, agendo sul cuore della microcircolazione, a fare aumentare il flusso ematico tessutale locale. Queste sostanze agiscono comunque su recettori specifici che instaurano una cascata di eventi biochimici che stimolano un enzima importante nella gestione del grasso all’interno delle cellule del tessuto grasso stesso: la lipasi. Questa scioglie i grassi all’interno delle cellule del tessuto grasso promuovendo la riduzione dell’adipe in eccesso.

Sicurezza della metodica:

La Carbossiterapia è sicura e atossica, non può produrre embolia. Nei pazienti trattati, è possibile riscontrare:
a) sensazione di crepitio sottocutaneo (leggero fastidio che scompare entro la prima ora)
b) ecchimosi dovute all’ago (5% nelle attuali casistiche)
c) dolore nella sede dell’iniezione (tale dato presente inizialmente nel 70% dei pazienti è oggi quasi completamente scomparso con l’introduzione del Carbomed).
La sicurezza e l’efficacia della metodica è, in realtà, legata da un lato ad una corretta tecnica di esecuzione e dall’altra, all’impiego di strumenti sicuri e affidabili. A tale fine va chiarito come sia una condizione indispensabile conoscere le seguenti avvertenze:
a) deve essere impiegata solo CO₂ medicale
b) l’apparecchiatura impiegata deve permettere di predeterminare e controllare:
– la purezza del gas somministrato
– la quantità del gas da infondere
– il tempo di infusione
– il volume del gas somministrato
– la velocità di infusione del gas deve essere determinabile e costante. Tale dato è fondamentale e vi deve essere un sistema che permetta di adattare la velocità di uscita della CO₂ dalla macchina in rapporto alle resistenze incontrate dal gas nel sottocute- la sterilità del gas
– la temperatura del gas
c) l’apparecchiatura deve essere stata sottoposta a certificazione che ne garantisca la conformità ai dati tecnici sopra riportati e la possibilità di impiego per la somministrazione di gas medicale
Campi di applicazione
La Carbossiterapia trova oggi diverse applicazioni ed è entrata nella pratica clinica in chirurgia plastica ed estetica, dermatologia, andrologia, ginecologia, angiologia e flebologia, nel trattamento di diverse patologie di natura vascolare e nel trattamento delle ulcere cutanee.

I campi di applicazione sono, attualmente, i seguenti:
Anti-aging (viso, collo, decolleté, mani), Striae Distensae, Lassità cutanea, Adiposità localizzata, Body Contouring – come trattamento complementare alla liposuzione, Lipomatosi Diffusa, Cosiddetta “Cellulite”
Psoriasi, Insufficienza Venosa, Restless Leg Sindrome, Acrocianosi, Arteriopatie periferiche, Trattamento delle ulcere cutanee, Fenomeno di Raynaud, Alopecia areata, Impotenza sessuale maschile di eziologie vascolare, Disfunzioni sessuali femminili in menopausa o post-gravidanza, Terapia del dolore.

Va sottolineato come la sicurezza della metodica renda possibile associare la Carbossiterapia agli altri trattamenti che il medico consideri necessario applicare.

Quello che deve sapere il paziente:
La Carbossiterapia è una metodica che consiste nella somministrazione sottocutanea, previa disinfezione della pelle, tramite aghi sottilissimi (30 G), di anidride carbonica medicale. A tale scopo viene impiegata una apparecchiatura la cui sicurezza è certificata dal Ministero della Salute; il sistema di infusione e gli aghi sono monouso e il gas medicale è sterile. Anche se non richiede alcun tipo di anestesia ed è poco invasivo il trattamento deve essere sempre eseguito da un medico.
Il trattamento è sicuro, non presenta alcun tipo di tossicità (la CO₂ è normalmente prodotta durante la respirazione, il gas è quello usato negli interventi chirurgici eseguiti con metodica laparoscopica) e sono da segnalare solo fugaci effetti collaterali. In particolare, l’utilizzo di un ago, sia pure molto sottile, rende possibile il verificarsi di ecchimosi nella sede dell’iniezione. In ogni caso tale evenienza è molto rara (5% dei trattamenti eseguiti) e le ecchimosi scompaiono in pochi giorni senza lasciare alcun segno. Nelle zone di infusione del gas è possibile avvertire con le dita un senso di crepitio al di sotto della cute che scompare dopo i primi minuti del trattamento. Con l’utilizzo di apparecchiature certificate non vi è, assolutamente, alcun rischio di embolia neanche se, accidentalmente, si incannula e si inietta la CO2 direttamente in un vaso sanguigno. La Co₂ viene smaltita in maniera del tutto naturale ed in poco tempo alla fine del trattamento.

La carbossiterapia non viene comunque utilizzata, salvo casi eccezionali, in presenza di:
Insufficienza respiratoria grave, Insufficienza renale grave, Insufficienza cardiaca grave, Terapia con acetazolamide, diclofenamide o altri inibitori dell’anidrasi carbonica, Anemia grave, Insufficienza epatica grave, Ipertensione arteriosa grave, Pregresso ictus cerebrale, Tachiaritmie cardiache, Trombosi arteriose, Tromboflebiti, Flebotrombosi, Embolie, Gangrena gassosa, Gravidanza.