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Le macchie della pelle

Sono “macchie” piane ed evidenti perché di diverso colore rispetto al resto della cute e l’età non è l’unico fattore predisponente la loro comparsa anche se, insieme all’esposizione ai raggi UV, rimane uno dei fattori più importanti. Si tratta di un’alterazione della funzionalità dei melanociti (cellule che producono melanina) che determinano un aumento o una diminuzione della produzione di melanina in modo non uniforme, il risultato è una cute discromica. Le macchie della pelle che maggiormente vengono considerate antiestetiche sono le lentigo senili e solari, in particolar modo del dorso delle mani perché considerate tipiche manifestazioni dell’età, e il cloasma.

La terapia da adottare dipende dal tipo di macchia, dalla sua origine e dal suo significato fisiopatologico e prognostico. Per le macchie a significato prognostico benigno generalmente si utilizzano terapie domiciliari a base di creme con principi attivi schiarenti, peeling chimici ambulatoriali, Luci pulsate e Laser specifici.

Per tutte le macchie della cute è necessario fare una diagnosi attenta e puntuale, differenziale con altre lesioni pigmentate o meno di significato nettamente patologico e/o di neoplastico, affinché si possa attuare l’adeguato trattamento o intervento.

Approfondimento

Lentigo senili e solari: è intrinseco nel processo d’invecchiamento anche la modificazione della risposta dei melanociti che nelle aree esposte al sole producono maggior pigmento in modo concentrato e non uniforme. Le lentigo appaiono di forma rotondeggiante e di colore dal nocciola al marrone scuro, brunastro. Le aree più colpite sono il dorso delle mani, il volto e il décolleté ma anche parte degli arti superiori e inferiori che manifestano normalmente macchie di dimensioni più piccole e a disposizione ravvicinata.
Le lentigo solari propriamente dette possono comparire anche dopo una sovraesposizione ai raggi UV e in relativa giovane età. Dopo attenta diagnosi, possono essere trattate in modo molto efficace con i Laser Q-Switch direttamente lesione per lesione. Sono necessarie 2-3 sedute per risolvere le macchie sul volto e 1-2 sedute per quelle sul dorso delle mani e sul décolleté.

Melasma e Cloasma: nei soggetti in terapia con estroprogestinici, in gravidanza (“maschera gravidica”) o esposti ad altri fattori ormonali anche durante patologie transitorie, l’esposizione ai raggi UV può far variare la risposta dei melanociti a tale esposizione e causare la comparsa di una macchia piuttosto estesa di colore grigio-marrone brunastro in particolar modo sulla fronte, sul labbro superiore e lungo il contorno del volto. Il suo trattamento è meno veloce rispetto a quello per le lentigo e si avvale di prodotti topici e peeling chimici più che di device high-tech.

Lentiggini e Efelidi: sono piccole macchioline apparentemente molto simili del volto di colore bruno-rossastro che si manifestano a causa di fattori genetici ed ereditari. Le prime sono discromie cutanee caratterizzate dall’accumulo di melanociti nello strato basale della cute, le efelidi sono un accumulo di melanina in modo puntiforme. Le prime sono piu scure e le seconde sono più chiare ma tendono a scurirsi con l’esposizione al sole. Le lentiggini si possono manifestare in diverse aree del corpo anche non esposte ai raggi UV, a volte anche sulle mucose, le seconde sono caratteristiche delle aree esposte e dei fototipi molto chiari e nei soggetti con capelli rossi, tendono ad essere decisamente meno visibili nei periodi invernali, le lentiggini sono stabili durante tutto l’anno e possono aumentare di numero se esposte al sole.
Le lentiggini possono essere asportate mediante laser anche se va valutato l’impatto estetico e se è necessario asportarle o no, le efelidi possono essere trattate con terapie domiciliari schiarenti e peeling chimici.

Le macchie chiare possono rappresentare una modificazione della funzione melanocitaria senza significato patologico oppure essere associate a patologie come la vitiligine, la pitiriasi alba e la pitiriasi versicolor e quindi devono essere trattate in base alla malattia di cui rappresentano il segno patognomonico.